L’amica Robin l’altro giorno mi ha ha fatto questa domanda: perché un libro fantasy?
La domanda è interessante e quindi mi pare cosa buona e giusta, veramente buona e giusta, da dedicarci un post.
Parlando con le GENTY, spesso e volentieri, il fantasy è considerato un genere letterario per bambini. Chiaro che non hanno mai letto nulla dei classici.
Negli ultimi 20 anni il fantasy ha ottenuto grande successo anche al cinema, Harry Potter e Il signore degli anelli ne sono due esempi, ma ha avuto anche un enorme successo lo young adult, una su tutte, la saga di Twilight.
Nell’accezione comune delle GENTY, il fantasy è vampiri, lupi mannari, orchi, streghe, maghi & c. Ergo, per bambini o, al massimo, se c’è un po’ di sesso tra teenager, young adult.
Ordunque, io non sono più young adult da quel dì, almeno anagraficamente e non amo le etichette.
So che vi farà ridere o vi farà pensare a qualche plagio, ma io la storia che sto scrivendo me la sono sognata. Sì, lo so, avete già sentito grandi autori che raccontano di essersi sognati le loro storie. Fate +1 e bella lì.
Nella mia storia non ci sono vampiri, fate, lupi mannari, o altro, ci sono solo maghi e maghe. Streghe è la designazione spregiativa che gli umani hanno riservato alle maghe del mio mondo. Mondo che è anche il vostro, se vogliamo fare i precisini.
Ho eliminato tutte le basi del fantasy tradizionale, non c’è neppure un accenno a Merlino. Incredibile, vero?
Esistono solo umani e maghi e, per amor di precisione:
- I Primi Maghi: sono due e solo due, Amel e Zizif, sorella e fratello. Immortali. Inutile specificare che sono maghi.
- Gli ameliani: i discendenti di Amel. Sono maghi.
- Gli Asisi, l’evoluzione degli Homo Sapiens, gli Homo Asisiensis o, appunto, asisi: sono maghi.
- Gli umani, gli Homo Sapiens: NON sono maghi.
I maghi vivono nascosti agli umani, in bella evidenza. Possono essere avvocati, agenti speciali dell’FBI, prestinè, o anche fancazzisti. No, commercialisti no, quelli non hanno un’anima.
E qui mi fermo, il rischio spoiler sta aumentando esponenzialmente.
PS: anche se non amo le etichette, la mia saga dovrebbe rientrare nell’urban fantasy e pure nel fantasy contemporaneo.